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Avola, “concessioni perpetue”, botta e risposta tra “la città che vorrei” e l’amministrazione comunale

Un nuovo capitolo relativo alla modifica del regolamento comunale di polizia mortuaria

Ancora una volta al centro del dibattito tra l’associazione “La città che vorrei” e l’amministrazione comunale di Avola le concessioni perpetue. Giuseppe Caruso, portavoce dell’associazione, è tornato sul tema, facendo riferimento all’iniziativa di alcuni cittadini avolesi avanti al Tar di Catania, con l’impugnazione della modifica regolamentare : “Alcuni mesi fa il Consiglio Comunale ha modificato, per l’ennesima volta, il Regolamento comunale di polizia mortuaria intervenendo sullo spinoso problema delle sepolture perpetue, da tempo e più volte posto all’attenzione da parte di questa Associazione. Il Consiglio Comunale, infatti, ha stabilito che le “concessioni perpetue”, rilasciate anteriormente alla data di entrata in vigore del DPR 803/1995, “…trascorsi 99 anni, dalla data della originaria concessione, sono trasformate in concessíoní a tempo determinato novantanovennale e, pertanto, gli interessati aventi dirítto devono provvedere al pagamento del relativo canone di rinnovo”.

Come è noto, alcuni cittadini, titolari di un interesse legittimo, hanno impugnato avanti al TAR di Catania tale modifica regolamentare, nonché l’avviso pubblicato sul sito del Comune con il quale si invitano “i concessionari in vita o eredi…” a presentare istanza “per il rinnovo delle concessioni scadute”, chiedendo la sospensione dell’esecuzione. A parte che sembra inverosimile che i titolari delle originarie concessioni rilasciate da oltre 99 anni siano ancora in vita, ci si interroga per quali ragioni l’Amministrazione ha ritenuto di dover modificare il regolamento di polizia mortuaria se è certa che nella disciplina previgente tali concessioni erano perfettamente valide”. Caruso fa riferimento anche ad alcuni episodi specifici:  “E’ noto che da parte del Comune si è negato a cittadini il diritto alla sepoltura di loro cari nelle cappelle private realizzate oltre 99 anni fa con la motivazione che occorreva prima procedere al rinnovo della concessione scaduta.

Non sono pochi coloro che, pur di seppellire i loro defunti e sotto la pressione affettiva, hanno aderito a questa richiesta pagando cifre esose; in alcuni casi si parla di decine di migliaia di euro. Qualcuno si è opposto rivolgendosi all’Autorità Giudiziaria“. Infine, fa un invito a chi ha rinnovato tale concessione:

Se hanno ritenuto necessario cambiare il regolamento dobbiamo dedurre che la richiesta di rinnovo era arbitraria.

Invitiamo chi ha rinnovato la concessione a chiedere la restituzione di quanto indebitamente versato nelle casse comunali e farebbe bene l’Amministrazione, nelle more della decisione dei giudici amministrativi, ad astenersi dal dare esecuzione alla delibera oggetto di impugnazione“.

Non si è fatta attendere la risposta da parte dell’amministrazione comunale che, dal canto suo, ribadisce quanto già detto in precedenti occasioni riguardo a tale tema:

L’amministrazione comunale ancora una volta ribadisce che le modifiche del Regolamento Cimiteriale approvate dal Consiglio comunale di Avola con la deliberazione del 31.11.2023 recepiscono e danno attuazione a quanto prevedono le disposizioni normative e giurisprudenziale pacifiche e cristallizzate in materia ( CGA n.646/2022; Tar Sicilia, sez. Catania n.3036/2023;Tar Puglia, sez Lecce n. 289/2014 , passata in giudicato su analoga fattispecie di modifica del regolamento cimiteriale). L’atto deliberativo suindicato è stato peraltro adottato con la presenza del Segretario generale dell’Ente ed a seguito di precedenti pareri legali sull’argomento frutto proprio anche delle vittorie del Comune nei diversi contenziosi. Il regolamento quindi non fa altro che recepire l’uniforme orientamento giurisprudenziale e le modifiche legislative al fine di fare ulteriore chiarezza proprio nei confronti dei cittadini.
L’amministrazione trova veramente imbarazzante questa continua disinformazione nei confronti della cittadinanza invitandola addirittura a intentare contenziosi che finora sono stati vinti dal comune con soccombenza e condanna alle spese legali da parte dei cittadini su tale questione


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