Riceviamo e pubblichiamo nota dell’Avvocato Antonino Campisi in merito alla richiesta di sequestro di prevenzione notificata a Giuseppe Caruso e a tre soggetti estranei e terzi interessati: “Preme precisare, al fine di salvaguardare l’immagine e la dignità di ogni cittadino che incappa tra le grinfie della giustizia penale, che il provvedimento di richiesta di sequestro notificato in data 11 luglio 2024, non è un provvedimento di confisca definitiva, ma semplicemente una richiesta di confisca operata dagli inquirenti e richiesta al Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, il quale ha fissato udienza di discussione per chiarire ogni questione attinente alla difesa all’udienza dell’11 settembre 2024; pertanto preme precisare che nessun sequestro definitivo è stato notificato al Sig. Caruso Giuseppe e ai terzi interessati.
Fa presente che il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione – a seguito della richiesta presentata dagli inquirenti ben tre anni fa, ha rigettato la richiesta di sequestro degli immobili e dei terreni in capo al proposto perché ritenuti di origine lecita; poichè non si poteva andare oltre si è ritenuto di andare a sequestrare una Mercedes classe A, di seconda mano, la cui immatricolazione risale a ben oltre dieci anni fa, intestata all’ex convivente e comprata da quest’ultima con i propri redditi di provenienza lecita derivanti da lavoro dipendente, un motociclo Honda SH del 2018 ed una Fiat Panda intestata ad un ragazzo che non è assolutamente figlio e convivente del Sig. Caruso Giuseppe, ma figlio della sua ex compagna nato da una precedente relazione, il cui mezzo è stato acquistato dal padre naturale e dal suo consuocero, pertanto i tre mezzi per cui gli inquirenti hanno richiesto il sequestro non sono ascrivibili al Sig. Caruso Giuseppe, detto “u caliddu”.
Purtroppo gli inquirenti non hanno alcuna colpa nell’avanzare richieste di sequestri di prevenzione privi di fondamento logico-giuridico poiché si basano su una legge totalmente ingiusta, nonché incostituzionale cioè il D.Lgs. n. 259/2011, il quale prevede che anche quando vi siano sentenza di assoluzione e/o procedimenti penale non ancora definitivi possono essere giustificate l’emanazione di misure di prevenzione per il semplice motivo dell’indizio e non della certezza della prova.
Oggi le misure di prevenzione si basano esclusivamente sul criterio del “più probabile che non” e non sulla sacrosanta regola “dell’oltre ogni ragionevole dubbio, per cui basta il semplice “fumus”, per far sì che gli inquirenti possano richiedere una misura di prevenzione atta a rovinare non solo la vita del proposto, ma soprattutto quella di persone terze interessate che non hanno nulla a che vedere con il destinatario della misura.
Ci si augura che la “Commissione di Giustizia” possa portare avanti quelle proposte di legge atte a modificare la norma sulle misure di prevenzione, prevedendo che le stesse possano essere applicate solo quando vi sia una condanna penale definitiva e non richieste quando il proposto ha beneficiato di sentenza di assoluzione: se una persona viene assolta non può subite misure di prevenzione basate solo ed esclusivamente sulla probabilità.
Nel caso del sequestro “Caruso” noi vediamo una richiesta di sequestro per confisca richiesta tre anni fa dagli inquirenti per soli indizi ed emanata pochi giorni fa, guarda caso emanata nelle more delle discussioni dei difensori nel procedimento penale denominato “Robin Hood” che per lo stesso non è stata emanata ancora nessuna sentenza.
Il difensore attende l’udienza dell’11 settembre 2024 in cui si dimostrerà con carte alla mano che i tre veicoli intestati ai terzi interessati sono di provenienza lecita, che l’azienda “Caruso Group S.r.l.s.” ha operato sempre nel rispetto della legge senza aver mai posto in essere condotte atte a favorire presunti clan di origine malavitosa.
Essere procacciatori d’affari e/o organizzatore di trasporti su gomma, per il solo fatto di interloquire con tutte le aziende agricole per l’organizzazione dei vari viaggi, questo non può essere assolutamente considerato comportamento estorsivo, ma tipica attività di procacciatore.
La suddetta azienda di Caruso era amministrato dal proprio figlio, il quale è una persona perbene, incensurata e che non ha mai avuto problemi con la giustizia penale.
Con l’augurio di una nuova riforma sul tema delle misure di prevenzione, si auspica di vedere nuove norme che vanno verso la direzione della tutela dei diritti di tutti quei figli/e e terzi/e interessati che non hanno mai avuto nulla a che vedere con la giustizia, ma pagano il semplice fatto di essere figli e/o nipoti di….
La richiesta del sequestro dei beni di Caruso da una prima lettura degli atti risulta essere insussistente, ma nel rispetto dell’operato degli inquirenti si attende l’udienza dell’11 settembre davanti al Tribunale di Catania dove si espleterà la difesa del Sig. Caruso Giuseppe“
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