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Avola, quattro ragazze picchiano brutalmente una coetanea, l’episodio ripreso con il telefonino

Al momento non è noto se la famiglia della giovane abbia sporto denuncia, quel che è certo è che il video, come purtroppo avviene sempre più spesso, ha iniziato a girare sui social

Una tranquilla serata alla “24 metri”, luogo di ritrovo dei giovanissimi, si è trasformata in un incubo per una minorenne. La ragazza è stata prima accerchiata poi spintonata e strattonata, infine le hanno tirato i capelli e l’hanno aggredita con una violenza inaudita con pugni e calci, anche sul viso.

“Protagoniste” dell’infame gesto un gruppo di coetanee, almeno quattro e tutto si è svolto a favore di camera davanti a tanti altri giovanissimi che non hanno prestato soccorso, anzi, hanno continuato a riprendere la scena con i loro smartphone.

Nonostante le suppliche della ragazza, che ha chiesto aiuto ai presenti, nessuno ha mosso un dito.

L’episodio, già di per sé gravissimo, potrebbe configurarsi anche come razzismo perchè la giovane che ha subito il brutale pestaggio è di colore, ma quale sia stato l’elemento scatenante di tanta intollerabile ferocia ancora  non è chiaro.

Al momento, non sappiamo se la famiglia della giovane abbia sporto denuncia, quel che è certo è che il video, come purtroppo avviene sempre più spesso, ha iniziato a girare sui social.

Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Libera che ha così commentato, con un lungo post su Facebook:

“Che futuro stiamo dando ai nostri ragazzi? Quanto odio stiamo trasmettendo?
Come possiamo assistere attoniti ad atti di violenza come quello del video che gira in questo momento?
È inaccettabile quanto successo nella nostra città nei confronti di una ragazzina, che ha subito atti di violenza fisica e verbale da parte di coetanei, postati sui social. Sono gesti e segni, che lasciano cicatrici profonde, che spezzano il senso di sicurezza e dignità di una persona.
Ogni parola o gesto di aggressione e di odio è un atto di violenza. A chi ha assistito in silenzio, va chiesto dì denunciare: il silenzio è complicità.
Agli adulti tutti va chiesto di cambiare il modo in cui stiamo educando le nuove generazioni.
Le classi dirigenti di ogni livello devono intervenire, modificando linguaggi, messaggi e azioni con cui dividono la società. Abbiamo bisogno di una società sana, inclusiva, non violenta.
A questa ragazzina diciamo che non è sola. Non tutta Avola è “bulla” e violenta.
È nostro dovere, come adulti, come educatori, come comunità, proteggerla, ascoltarla e costruire una scuola dove nessuno debba sentirsi inferiore o fuori posto.
E’ nostro dovere recuperare anche i ragazzi che hanno perpetrato queste condotte, se sono così e’ colpa del mondo adulto che li circonda.
Condanniamo ogni forma di bullismo, violenza e odio. È tempo di agire, di educare, di cambiare“.


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