Avola, il saluto e il ricordo di Fiorenzo Nigro: “un uomo giusto e di principi”

Avola ha salutato ieri pomeriggio Fiorenzo Nigro: direttore amministrativo dell'Usl 25 di Noto e poi dell'Asl 8 di Siracusa, ex consigliere comunale e provinciale e anche giornalista

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Avola ha salutato ieri pomeriggio Fiorenzo Nigro: direttore amministrativo dell’Usl 25 di Noto e poi dell’Asl 8 di Siracusa, ex consigliere comunale e provinciale e anche giornalista, corrispondente da Avola per il quotidiano La Sicilia con una passione per questa professione che ha trasmesso al figlio Luca (anche lui giornalista, a lui e alla sorella Sara le nostre condoglianze). Aveva 88 anni, una vita dedicata alla famiglia, all’impegno nel sociale e anche nella politica. Un abile narratore e oratore.

Nelle parole di Nicola Bono, ex presidente della Provincia di Siracusa, deputato alla Camera e sottosegretario dei Beni culturali tra il 2001 e il 2006, tanti ricordi e aneddoti. “Un uomo giusto – ha detto ieri durante l’ultimo commosso saluto nella chiesa del Sacro Cuore ad Avola –  conosciuto da tutti gli avolesi e mio affettuoso amico. Amico e come amava dire sempre lui, Camerata, visto che militavamo nello stesso partito, che all’inizio era il Movimento Sociale Italiano, e poi divenne Alleanza Nazionale, per poi finire nella fusione del partito “Il Popolo della Libertà” che, di fatto fu un errore che portò nel giro di appena 4 anni al suo scioglimento, e di fatto alla fine della Destra storica come l’avevamo vissuta io e Fiorenzo”. 

Fiorenzo Nigro, a destra, con la senatrice Giuseppina Moltisanti e il leader del Msi Giorgio Almirante

“Gli ho sempre dato del lei, non ha mai litigato con nessuno del partito e con me ha sempre avuto un rapporto di amicizia e di rispetto. Arrivava dalla Democrazia Cristiana, ma era un uomo di principi e così  verso la fine degli anni ’60 non ne potè più di un partito che a suo modo di vedere aveva perso i valori per i quali lui aveva aderito e operato, e uscì sbattendo la porta della Democrazia Cristiana, e chiese e ottenne la tessera del Movimento Sociale Italiano, iscrivendosi alla sezione di Avola. Poco tempo dopo, arrivai anch’io nella sezione del Movimento Sociale di Avola, dove partecipai alla ricostruzione del gruppo giovanile della “Giovane Italia” e mi avviai anch’io alla militanza politica. E fu così che a sedici anni cominciai a conoscerlo, ed ad apprezzarlo, e nel tempo a frequentarlo, nelle riunioni di partito, nelle campagne elettorali, a cominciare da quella del 1970 che lo vide eletto contemporaneamente al Consiglio Comunale e al Consiglio Provinciale, perché era un bravo oratore ed era entrato nel cuore degli iscritti al Partito, che avevano cominciato ad apprezzarlo. Diventammo vicini di casa: sempre un piacere incontrarci in piazza, o alla sezione del partito, o nelle scaledel palazzo e scambiare le nostre opinioni, e vedere come coincidevano con le nostre riflessioni. E lui sempre “vucitaro”, salutava da lontano gridando il nome dell’interessato e facendosi sentire da tutti, non certo per esigenza di visibilità, ma per spirito goliardico, specialmente se di mezzo c’era qualche riferimento ai Netini, cosa per la quale amava esprimere polemiche, specialmente sul terreno professionale”, ha proseguito Bono che ha poi raccontato un aneddoto strettamente legato a Fiorenzo Nigro nel momento in cui decise di entrare in politica.

“E’ stato una persona che mi ha aiutato anche ad iniziare la carriera politica, perché non posso dimenticare che senza neanche avermelo proposto, di sua esclusiva volontà ed iniziativa, in occasione di una riunione nella sezione del Movimento Sociale per decidere il candidato da presentare alle elezioni regionali del 1981, sostenne la mia candidatura ad appena 29 anni. Io neanche ci avevo lontanamente pensato a questa possibilità. Quell’anno mi dovevo sposare, e poi dopo tre candidature di seguito di Fiorenzo, davo per scontato il suo quarto tentativo. Ma non era questo il suo disegno, bensì aprire ai giovani e offrirmi questa possibilità, che in effetti mi aiutò moltissimo, perché, malgrado quell’anno non scattò il seggio per il nostro partito, riuscì a imparare una serie di cose, che consentirono la vittoria nel 1986, da dove cominciò la mia carriera parlamentare. Di questo non posso che ringraziare Fiorenzo”. 

Ma nonostante il “lei” che gli rivolgeva, il rapporto andava oltre la politica. “Come vicino di casa ho visto crescere i suoi figli, ho partecipato al dramma dell’incidente mortale di Marco, alla perdita imprevista di Armando, e alla dipartita della amata moglie. Tante disgrazie, troppe, che chiaramente lo hanno segnato profondamente. Ciò nonostante ha reagito e mantenuto un invidiabile equilibrio, e costanza di relazioni sociali che portano la comunità di Avola a mantenere costante il suo ricordo. Agli amati figli, ai nipoti e ai parenti tutti porgo le mie sentite e affettuose condoglianze, insieme a quelle della Senatrice Marisa Moltisanti, impedita a partecipare a questa cerimonia di commiato, nei confronti di un uomo giusto, fedele nei rapporti di amicizia e nel rispetto dei principi che ne hanno sempre contraddistinto i valori”, ha concluso Bono.

Anche il commercialista Giovanni Stella, anch’egli militante le Movimento Sociale Italiano, ha voluto ricordare Fiorenzo Nigro, indirizzando una lettera ai familiari.

“È così se n’è andato anche lui che rappresentava l’ultimo superstite di un’epoca, di un mondo che non esiste più. La sua vita dedicata l’ha – oltre che alla famiglia, s’intende, è ovvio – alla politica, quella buona d’allora e non quella d’oggi..invivibile. Abbiamo lui ed io militato nello stesso partito, il Movimento Sociale Italiano, ed ogni volta che Giorgio Almirante – l’assoluto, il grande Patriota del novecento, che comiziava – cinque volte al giorno – recitando poesia, tal era il suo argomentare. Fiorenzo ha dato la vita al Partito, all’idea che mai abbandonò e con coerenza di fare fino in fondo.
Patì il dolore più grande, la perdita di un figlio, circostanza contro natura, che sono i figli a seppellire i genitori e non il contrario. Eppure… Mi associo al Vostro dolore e a Fiorenzo che la terra gli sia lieve”.

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