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Avola, L’Asp di Siracusa e la turnazione degli infermieri Adi. La figlia di un paziente: “Serve continuità”

La vicenda riguarda Fabrizio D'Amico, affetto da atassia cerebrale per il quale Asp dal primo dicembre ha interrotto bruscamente il programma di assistenza infermieristica ormai ben avviato da tre anni

Cara  Asp di Siracusa, siamo Giorgia e Fabrizio”. Inizia  così la lettera che Giorgia D’Amico figlia di Fabrizio, ex infermiere professionale originario di Carlentini dove è conosciuto da tutti  per il suo passato di musicista nella band Omega 5 , ha scritto all’azienda sanitaria di Siracusa.  In verità quella di Giorgia, 28 anni,  che abbiamo raggiunto al telefono, più che una lettera postata sui Social è l’appello di una figlia che ha a cuore la sorte del proprio papà , dal 2019 costretto a letto a causa della grave malattia degenerativa che lo ha colpito.

E’da un pò che non ci si sente– scrive Giorgia rivolta ai vertici dell’Asp –  Abbiamo pensato di scriverti questa lettera perché dopo tre lunghi anni ci ritroviamo di nuovo davanti a problematiche di cui avremmo voluto fare volentieri a meno”.

Secondo quanto spiega Giorgia, l’Asp dal primo dicembre ha interrotto bruscamente il programma di assistenza infermieristica ormai ben avviato da tre anni (assistenza questa  peraltro ottenuta dalla famiglia D’Amico attraverso un decreto del tribunale grazie all’intervento di un legale) sostituendo  il personale specializzato proveniente  dal reparto di Rianimazione, ormai da tre anni in sintona con Fabrizio,  con altri infermieri impegnati in altri reparti. Il che, di fatto ha destabilizzato sia gli stessi infermieri che pur essendo qualificati si sono trovati costretti ad imparare a conoscere il paziente, sia lo stesso Fabrizio. “Questo – prosegue Giorgia nel suo appello – ci è dispiaciuto molto perché il servizio che ci hai offerto in questi anni funzionava bene . Il nuovo personale ovviamente non conosce papà e, manco il temo di imparare che verrà sostituito a fine dicembre.  Questi infermieri ci hanno manifestato sin da subito le loro preoccupazioni perché ritengono di non avere la giusta esperienza professionale per assistere pazienti come papà perché occupati in altri reparti non di rianimazione. Tra le altre cose,  il poco tempo che l’Asp ha assegnato  per conoscerlo non  consentirà di poter imparare le sue esigenze e il suo modo buffo di comunicare attraverso lo sguardo”. Ma questo non è tutto perché tra i tanti problemi,  Giorgia racconta anche il clima di incertezza da parte della famiglia di sapere per tempo chi il giorno dopo sarà assegnato a seguire Fabrizio. “Il personale – continua Giorgia  -rimarrà  con noi per altre tre settimane. E dopo? Ci hanno detto che questo sistema ciclico si ripeterà ancora. Ti abbiamo anche chiesto di darci almeno la possibilità di conoscere in anticipo chi il giorno dopo presterà servizio,perché  si tratta pur sempre di persone che entrano in  casa nostra. È superfluo dire  che in queste circostanze la mamma ha tanta paura e non riesce nemmeno una attimo ad allontanarsi da papà che a causa di questa situazione ovviamente ne sta risentendo al livello mentale e fisico. Cara Asp, per quanto tempo pensi di far durare questa situazione? Ci hai pensato realmente a come possa sentirsi papà? Con immutato affetto, tuoi Giorgia e Fabrizio”.


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