Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta a firma delle “associazioni in rete” di Avola (Acquanuvena, Afi-Avola, Agesci Avola 3, AIDO, Compagnia della gioia, Coop. sociale “Tutto a metà”, Delfini di Lucia, Intercultura, “Libera”
presidio di Avola) sul tema dell’acqua pubblica e delle bollette “pazze”:
“L’acqua e l’insieme dei servizi a essa correlati, elementi fondamentali per la
sostenibilità ambientale, il benessere dei cittadini e la crescita economica, sono
inclusi negli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il diritto
all’acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici -come sancito dalla risoluzione
delle Nazioni Unite del 26 luglio 2010- è un diritto umano essenziale al pieno
godimento della vita e di tutti i diritti umani. Il referendum del 12 e 13 giugno
2011 ha visto 26 milioni di cittadini italiani affermare, con voce unanime, che
sull’acqua non si possa più ottenere profitto, abrogando parzialmente una norma,
eliminando margini di guadagno, finanza speculativa, business, e confermando
l’esigenza di un servizio efficiente a fronte di investimenti sulla rete tangibili.
Invece, ancora oggi, assistiamo a sistemi idrici gravati da ampie perdite; sebbene
le perdite abbiano un andamento molto variabile, le differenze territoriali e
infrastrutturali ripropongono la consolidata geografia di un gradiente Nord-Sud,
con le situazioni più critiche concentrate nelle aree del Centro e Mezzogiorno,
ricadenti nei distretti idrografici della fascia appenninica e insulare. Nelle Isole
l’87% circa della popolazione risiede in province con perdite pari ad almeno il
45%, contro il 4% del Nord-ovest (dati Istat). A fronte di un servizio deficitario,
negli ultimi dieci anni le tariffe del servizio idrico sono aumentate di oltre il 90%
rispetto ad un incremento del costo della vita molto ridotto.
Ciò si è verificato anche ad Avola. Le famiglie di Avola hanno ricevuto qualche
mese addietro il saldo 2022 del canone idrico, con un aumento dei costi, rispetto a
quelli del 2021, di quasi 200 euro, seppure i servizi e la rete idrica siano rimasti
immutati, senza tener conto delle differenze legate ai nuclei familiari, alla
ampiezza delle abitazioni, alla distinzione tra attività d’impresa e case familiari.
Inoltre, dal mese di novembre 2023, migliaia di avvisi di accertamento esecutivo
idrico, per il tramite di una società incaricata dall’ente comunale, hanno raggiunto
le abitazioni degli avolesi, con la “minaccia” dell’aggiunta di un carico di spesa a
fine anno non irrisoria e in diverse ipotesi non dovuta. Tanta gente si è vista
recapitare, infatti, avvisi relativi a fatture del servizio idrico regolarmente pagate e
di diversi anni addietro. Qualcuno è riuscito a correre ai ripari in quanto in
possesso di ricevute di avvenuto pagamento, altri, non essendo più in possesso
delle dette ricevute, essendo decorsi oltre 5 anni, si sono dovuti rivolgere a legali
di fiducia per opporsi, con aggravio di ulteriori spese, altri per timore hanno
pagato per la seconda volta. Senza voler entrare nel merito della questione sul
piano giuridico, vorremmo che l’Amministrazione Comunale, nell’ottica che ogni
amministrazione deve adoperarsi per la cura del bene comune e per una corretta
economia del paese, intervenga con un provvedimento amministrativo, che ponga
fine alla confusione e al clima di tensione, che ciò ha provocato. Lungi dal voler
sostenere ed invogliare la gente a non pagare le tasse, perché siamo consci e
concordi che pagare le tasse è un dovere dei cittadini, chiediamo tuttavia che chi
gestisce la cosa pubblica agisca per il recupero del credito effettivamente dovuto,
limitandosi alla richiesta di pagamento di ciò che non è prescritto (quindi che le
richieste di pagamento non riguardino a ritroso fatture emesse anteriormente agli
ultimi 5 anni e dal 2020 agli ultimi 2 anni) e di ciò che è dovuto (con un attento
controllo ed esclusione effettiva e documentata di chi ha già pagato). Perché
un’operazione come questa non si tramuti in un’azione indiretta di indebito
arricchimento in favore dell’ente ed a discapito dei cittadini oppure, all’inverso, in
un aggravio di spese per il comune, che dovrà fare i conti con i numerosi ricorsi in
opposizione presentati da chi ha deciso di difendersi.
Chiediamo pertanto all’Amministrazione Comunale di intervenire, sulla annosa
questione degli avvisi esecutivi di accertamento idrico di cui sopra, con un formale
atto amministrativo; di assumere con i cittadini l’impegno, affinché le somme
recuperate siano comunque concretamente utilizzate per migliorare i servizi idrici
del paese e per fornire i quartieri, che ancora oggi ne risultano sprovvisti; di
impegnarsi, in assenza di miglioramento della rete idrica e di assenza dei contatori
per ridurre i costi del servizio e distinguerli tenendo conto dei nuclei familiari,
delle tipologie di abitazione, delle tipologie di enti.
Confidiamo nel riscontro e nell’accoglimento delle suddette richieste, perchè
l’acqua è un bene primario, e’ un bene di tutti e ad Avola non deve diventare
oggetto di speculazione e di scontro“
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