“La dirigenza dell’Asp, che aveva predisposto con ordine di servizio la chiusura momentanea del punto nascita dell’ospedale di Avola a causa della grave carenza del personale medico, dopo solo alcuni giorni lo ha revocato. E’ riuscita a recuperare dei pediatri disponibili a prestare servizio presso il reparto pediatrico di Avola? Niente affatto! Ha deciso invece di sguarnire la UOC di Pediatria degli ospedali di Siracusa e Lentini e la UOC di Neonatologia di Siracusa, reparti di già in grossissima difficoltà per carenza di personale, imponendo ad alcuni professionisti di coprire anche i turni di servizio vacanti ad Avola. Tutto questo in barba non solo a quanto previsto dal contratto collettivo di lavoro ma, principalmente, anche allo stress e la stanchezza che si accumula quando non si può godere dei dovuti riposi!” La stoccata arriva da Antonio Rotondo, già dirigente di pediatria dell’ospedale Umberto I. Il medico ed ex senatore si inserisce, dunque, nella polemica relativa alla chiusura temporanea dell’unità di ostetricia e ginecologia per carenza di medici del nosocomio avolese dei giorni scorsi. Chiusura, effettivamente, lampo visto che a poche ore dalla diffusione della nota dell’Asp è stato predisposto un piano sostituzioni che ha permesso la riapertura. Secondo Rotondo tale piano, però, avrebbe di fatto “impoverito” altri ospedali del siracusano.
“Cosa c’è dietro questa operazione? Perché non si è voluto tenere momentaneamente chiuso il punto nascita di Avola che non dovrebbe comunque determinare gravi disagi grazie alla vicinanza dell’ospedale di Siracusa? Perché la dirigenza dell’ASP ha fatto questa scelta scellerata? Ci sono mortificanti interessi elettorali di politici avolesi che, anziché cercare soluzioni alla grave carenza di pediatri e fregandosene dei rischi sanitari che corrono i cittadini dell’intera provincia, puntano soltanto a vantarsi della loro capacità di influenza?” conclude Rotondo al quale fa eco anche l’intersindacale della provincia siracusana (Assomed, Emac, Cgil Medici, Cisl Medici, Fesmed, Fials Medici) che ha scritto una lettera al commissario straordinario Asp e al dirigente sanitario per manifestare il proprio dissenso relativamente alla gestione del piano sostituzioni: “La mobilità di urgenza non può essere utilizzata per sanare croniche carenze di organico conseguenti a difficoltà di reperimento di personale sanitario che si protraggono da mesi, con tempi e prospettive di assoluta incertezza“. Le sigle sindacali, poi, segnalano anche “ingiustificati toni intimidatori con minacce di gravi sanzioni disciplinari ai medici che invocano le garanzie contrattuali relative al rispetto della distanza chilometrica , ai turni di lavoro, alle condizioni di sicurezza“
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