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Avola, studente accoltellato a scuola. La psicoterapeuta Spitale: “dotare le scuole di strumenti efficaci per la prevenzione”

Per costruire un ambiente sano servono, tra le altre cose, educazione emotiva, sportelli di ascolto, formazione degli insegnanti e una rete di supporto per i ragazzi in difficoltà

Un episodio come questo ci costringe a riflettere profondamente sulla gestione delle emozioni tra gli adolescenti e sul ruolo che la scuola e la società dovrebbero avere nell’educazione affettiva. Un litigio tra ragazzi che degenera in un atto così grave non è solo una questione di impulsività o conflitto mal gestito, ma il segnale di un bisogno profondo: quello di essere ascoltati, guidati e aiutati a comprendere sè stessi e le proprie emozioni“. Sono le parole di Serenella Spitale, psicologa e psicoterapeuta, che interviene in merito all’increscioso episodio verificatosi all’istituto di istruzione superiore di Avola qualche giorno fa. La dottoressa, che ha più volte collaborato anche con istituzioni scolastiche, fa un’attenta riflessione in merito a quanto accaduto e si sofferma, poi, sulla necessaria sinergia tra istituzioni.

L’adolescenza è un periodo di grande trasformazione, in cui si sperimentano emozioni intense senza avere ancora gli strumenti per gestirle in modo maturo. Quando la rabbia prende il sopravvento e diventa azione, significa che manca un’educazione emotiva solida, che aiuti i ragazzi a riconoscere e regolare i propri stati d’animo prima che diventino esplosivi – continua Spitale –  Qui entra in gioco il ruolo della scuola, non solo come luogo di istruzione, ma come spazio di crescita umana e relazionale. La scuola, quindi, non può essere solo un luogo di istruzione, ma deve diventare un ambiente in cui i ragazzi possano imparare a conoscere sè stessi, le proprie emozioni e il modo di affrontare i conflitti senza ricorrere alla violenza“.

In effetti, un programma nazionale è stato sviluppato proprio in tal senso ma, a quanto pare, adesso è “lettera morta”.

L’educazione all’affettività e alla gestione delle emozioni è fondamentale per prevenire episodi come questo. Il Piano Nazionale per l’Educazione all’Affettività, alla Sessualità e al Rispetto era stato pensato proprio per fornire ai ragazzi strumenti per costruire relazioni più sane e prevenire la violenza. Tuttavia, i fondi inizialmente destinati a questo progetto sono stati riassegnati ad altre finalità, privando le scuole di un’opportunità preziosa per lavorare sulla consapevolezza emotiva degli studenti” prosegue Spitale.

In virtù di tale (scellerato) taglio ai fondi su un settore così delicato, un’opzione auspicabile sarebbe quella di introdurre una figura professionale ad hoc all’interno delle istituzioni scolastiche: “In questo contesto, diventa ancora più evidente la necessità di una figura stabile all’interno delle scuole: lo psicologo scolastico. Non si può pensare di prevenire la violenza senza un supporto costante che aiuti i ragazzi a riconoscere e gestire le proprie emozioni. Lo psicologo scolastico può intervenire non solo nei momenti di crisi, ma soprattutto in ottica preventiva, offrendo uno spazio di ascolto, aiutando gli studenti a elaborare conflitti e promuovendo un clima relazionale più sano“.

A onor del vero, comunque, ad Avola esiste già da diversi anni lo sportello socio pedagogico, interamente gratuito per le scuole, composto da un’equipe di professionisti al lavoro per garantire il benessere fisico dei ragazzi fin dall’inizio dell’anno scolastico. Il servizio è offerto dal Comune, con l’obiettivo di mettere in campo gli strumenti in grado di favorire momenti di inclusione e di rafforzare il cosiddetto patto educativo scuola-famiglia-comunità locale. “Aggiungo che la nostra Amministrazione comunale, che mi vede inoltre come consulente per la prevenzione del disagio, si è già mossa a supporto di tale esigenza – sottolinea Spitale –  Esiste infatti un’equipe che si occupa proprio di prevenzione del disagio e che oltre ad essere a disposizione per la popolazione e per le scuole, promuove iniziative utili ed eventi che coinvolgono e hanno coinvolto le scuole in più momenti. Ricordiamo all’istituto Majorana, come del resto agli altri istituti scolastici avolesi, che c’è piena disponibilità alla collaborazione e che il numero di telefono dello Sportello (che vede la collaborazione dei nostri servizi sociali con Consultorio Familiare e della NPIA) è il seguente
3395893656 e che tale servizio e’ gratuito per le scuole e per i ragazzi“.

Purtroppo eventi come quello accaduto al Majorana si sono già verificati in altri contesti scolastici e Spitale invita a non  “giudicare o meramente  punire chi ha commesso un atto violento, ma a chiederci cosa possiamo fare affinché episodi simili non si ripetano” e, ancora una volta, auspica che si arrivi a “un impegno collettivo: scuola, famiglia e istituzioni devono lavorare insieme per offrire ai ragazzi un modello di gestione delle emozioni che non preveda la violenza come risposta possibile. Serve un impegno concreto per dotare le scuole di strumenti efficaci: educazione emotiva, sportelli di ascolto, formazione degli insegnanti e una rete di supporto per i ragazzi in difficoltà. Solo così potremo costruire un ambiente in cui ogni giovane si senta compreso, accolto e in grado di affrontare le proprie emozioni senza esserne sopraffatto“.

Infine, per la psicoterapeuta “è fondamentale riflettere anche sul contesto culturale in cui i ragazzi crescono. Se la violenza viene percepita come una risposta accettabile ai conflitti, è necessario intervenire con modelli educativi alternativi che promuovano il rispetto, l’empatia e la risoluzione pacifica dei contrasti“.

 


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