Vince al bingo e, da consumatore abituale di stupefacenti, decide di acquistare una buona scorta di hashish e marijuana per poterne disporre nei mesi a seguire. Ma la Guardia di Finanza lo ferma mentre ne consegna una parte all’amico e lo arresta per detenzione ai fini di spaccio. Il Giudice del tribunale di Siracusa, all’esito dell’udienza di convalida, ha però rimesso in libertà G.A., avolese classe 1988, perché il giovane avrebbe dimostrato l’uso personale.
I militari delle Fiamme gialle, lo scorso 4 maggio, dopo aver visto un soggetto salire a bordo di un’autovettura e consegnare un involucro al conducente, hanno identificato i due invitandoli a esibire eventuale stupefacente detenuto ed estendendo la perquisizione nell’abitazione di G.A. Qui rinvenivano marijuana posta sulla credenza e un bicchiere di carta contenente involucri con hashish detenuta nel frigo. Veniva, inoltre, rinvenuto un bilancino di precisione e un coltello intriso di stupefacente nonché una somma di denaro pari a 250 euro in banconote da 50 euro sul tavolo della cucina, e 125 euro all’interno del portafogli in banconote da diverso taglio. Le analisi sullo stupefacente rinvenuto consentivano di provare che si trattasse di hashish da cui risultavano estraibili 974 dosi medie complessive, nonché marijuana, da cui risultavano estraibili 387 dosi singole medie.
All’udienza di convalida l’arrestato, difeso dagli avvocati Antonino Campisi e Antonio Cappello, ha fornito la sua spiegazione partendo dal presupposto che la sostanza rinvenuta fosse per uso personale, anche se il quantitativo era ingente. La scelta di avere oltre mille dosi tutte insieme – come sottolineato dalla difesa dell’uomo – era dipesa dal fatto che, con la vincita al bingo, il prezzo per un acquisto così importante fosse “scontato” rispetto al solito e che avrebbe potuto mettere da parte lo stupefacente per circa 3-4 mesi, lasciandone una minima parte per l’amico che avrebbe fruito del costo ridotto.
All’udienza il Pm aveva richiesto l’applicazione di una misura cautelare, i difensori chiedevano che fosse esclusa la successiva cessione e il giudice ha ritenuto che, nel caso di specie, non sussistessero le esigenze cautelari non essendoci possibilità di reiterazione del reato e per tali motivi ne ordinava l’immediata liberazione rimettendo l’indagato in piena libertà. All’udienza del 27 maggio gli avvocati chiederanno di procedere con il rito abbreviato puntando ovviamente sull’uso personale.
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