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Soldato avolese morto a Flossenbürg, la pietra di inciampo sarà posata il 25 aprile

Iniziativa di Fidapa per commemorare un soldato avolese morto nel campo di concentramento di Flossenbürg

Foto d'archivio proprietà di ANPI

La Fidapa, sezione di Avola, ha deciso d’intesa con le autorità civili, di posticipare la posa della “Pietra di Inciampo”  dedicata a un soldato proveniente da Avola ucciso in un campo di sterminio tedesco,  dal 27 gennaio, Giornata della Memoria, al 25 aprile, data simbolica della Liberazione, per una motivazione storica e sociale di grande rilevanza.

Il 25 aprile, infatti, rappresenta non solo la fine della II guerra mondiale, del regime fascista e la liberazione dal nazismo, ma anche il tempo della rinascita della democrazia e della libertà” commenta la presidente Nunzia Spugnetti.

La Fidapa ha voluto associare la commemorazione del soldato avolese, tragicamente deceduto nel campo di concentramento di Flossenbürg e le cui generalità saranno rese note nel corso della cerimonia, al ricordo della Liberazione, sottolineando l’importanza di rendere omaggio a chi ha sacrificato la propria vita per la libertà.

La commemorazione si terrà nel cuore della città, in un momento di unione e riflessione collettiva per rafforzare e promuovere un messaggio sociale di unità e impegno per la pace e i diritti umani, temi ancora di grande attualità e valori in perenne rischio.

La “Pietra di Inciampo”, simbolico gesto, che si inserisce nella tradizione delle Pietre di Inciampo, realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig, ha lo scopo di non dimenticare le vittime del nazismo e delle persecuzioni, mantenendo viva la memoria storica della città, in particolare di coloro che hanno combattuto per la libertà e la democrazia.

La scelta di legare la commemorazione a questa data permette di inserire il soldato avolese nel contesto di una liberazione più ampia, quella che ha coinvolto l’Italia intera, e si collega strettamente alla lotta antifascista, alla Resistenza e alla dignità dei deportati, degli IMI (Internati Militari Italiani), mai tornati, e pone l’accento sull’importanza della memoria storica anche come strumento didattico per l’educazione civile delle generazioni future, che la Fidapa sta coinvolgendo, e come strumento per mantenere vivo l’impegno civile delle donne per un mondo senza discriminazioni” conclude Spugnetti.


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